Les Paul : il ritorno
di Alberto Guizzetti www.hendixguitars.com
Gibson decise di reintrodurre le "due pickups "
diventate rare, Les Paul Custom e Les Paul Gold-Top con
pickups P90 e il bridge Tune-o-matic.
Inizialmente, venne avanzata l'ipotesi di fare la Custom
bianca, come lo era stato il modello Les Paul Custom poi,
pero' l'eccesiva sensibilita' della vernice bianca a
qualsiasi tipo di contaminazione fece optare per la
"giusta" versione nera
Gibson lancio'ufficialmente i due nuovi modelli alla
mostra Namm di Chicago, nel giugno del 1968.
Il listino prezzi di quel mese presenta , per la prima
volta, le due Les Paul riportate in vita. La Custom e'
messa in vendita a $ 545 e la gold-top a $ 395
Durante tutto questo periodo, la Gibson si riferisce ,
nelle sue pubblicazioni, alla gold-top come ad un modello
standard. Questo creo'una certa confusione dato che la
Gibson non si era mai ufficialmente riferita alla
gold-top in altro modo se non come ad un modello
"Les Paul" durante gli anni 50.
Per ragioni di continuita', noi seguiteremo a chiamare
queste chitarre "gold-tops".
Les Paul era presente alla mostra Namm per promuovere le
nuove chitarre per la Gibson, facendo quello che sapeva
fare meglio in simile occasione.... suonare.
E Bolen ricorda : " Io organizzai la sezione ritmica
per Les Paul e fu la prima volta dopo anni che salii sul
palco. Ci divertimmo molto!"
L'articolo della Gibson che pubblicizza le chitarre
"riportate in vita", intitolato "Papa' di
tutte loro" ammetteva che la Gibson era stata
virtualmente obbligata a re-introdurre le chitarre. Ok,
avete vinto. Siamo lieti di annunciarvi che sono
disponibili altre chitarre originali Gibson Les Paul. E
la fila dal vs rivenditore Gibson inizia a
formarsi!!!".
Poco dopo la mostra Namm dell'estate del 68, a Kalamazoo
venne dato inizio alla produzione della nuove Customs e
delle Gold-tops. Rendel riferisce che la prima tornata ,
che impiego '90 gg ad andare dagli scaffali del negozio
alle case, era di 500 chitarre : 400 gold-tops e 100
Customs.
"Dal momento in cui inizio' la produzione , la CMI
richiedeva gia' 100 gold-tops e 25 Customs al mese, e
prima che le avessimo finite, stavamo gia' facendo 100
Les Paul al mese : tutto questo al di fuori della
produzione quotidiana di 250-300 strumenti".
La Gibson ebbe chiaramente successo nella produzione ,
l'unico mistero, secondo molti chitarristi, era come mai
avesse aspettato cosi'tanto.
CMI + ECL = Norlin
Un'importante cambiamento nella proprieta' della Gibson
avvenne nel 1969.
La rivista commerciale di strumenti musicali "Music
Trades" riferiva che il nuovo proprietario , la
Norlin Industries, nacque nel 1969 dalla fusione della
CMI e della ECL, una fabbrica di birra dell Ecuador!
La ECL semplicemente compro' abbastanza magazzino della
CMI da ottenerne cosi' il controllo della societa'.
Si giunse al nome "Norlin" combinando la prima
sillaba del nome del presidente della ECL, Norton
Stevens, con la sillaba del nome del proprietario della
CMI, Maurice Berlin.
Tre erano i giri d'affari della Norlin : strumenti
musicali, fabbricazione birra e cio' che la rivista
"Music Trade" chiamava "tecnologia".
L'assorbimento venne formalizzato nel 1974 e Maurice
Berlin, uomo molto rispettato nel campo dell'industria di
strumenti musicali, venne messo da parte nella nuova
struttura, ben lontano dall' amministrazione generale
della societa'
Il presidente della Gibson, Stan Rendel, ricorda che i
nuovi proprietari apportarono una modifica fondamentale
al modo di portare avanti gli affari:
"Quando entrarono, dissero che avrebbero cambiato la
Gibson da un centro di costo in un centro di.profitto.
Per prima cosa si dovevano vendere chitarre alla CMI, e
cio' significava trarne utili e con questi essere in
grado di comprare macchinari, di migliorare l'assistenza
per gli impiegati, aumentare i salari, tutto cio' che
puo' fare una ditta che trae profitti
Questo spostamento di enfasi verso una razionalizzazione
della produzione significava che erano stati apportati
cambiamenti alle chitarre Gibson costruite durante gli
anni 70 (e in qualche modo, anche nel 1980
Su cortese concessione dell'impegnato settore grafico
della Gibson, venne concesso un cambio di stile e di nome
al modello gold-top recentemente reintrodotto.
Praticamente, questo significava che la prima gold-top
riesumata ebbe vita breve, e precisamente dal 1968 al
1969 : nel 1969 venne sostituita dalla Les Paul Deluxe,
il primo modello Les Paul appena ribatezzata, dopo 14
anni, con un nuovo nome. La Deluxe fu ispirata dagli
esperti di marketing della Gibson, i quali erano venuti a
sapere dai commercianti di strumenti musicali che i
musicisti richiedevano il modello gold-top con pickups
humbucking (piuttosto che le P90 a bobina singola del
modello esistente riportato in vita).
Sembra, tuttavia, che la Gibson volesse mantenere
l'identita' visiva separata di una chitarra con pickups
piu'piccoli, e quindi fu necessario raggiungere un
compromesso.
Jim Deurloo era entrato nella Gibson nel 1958 come
levigatore e si era fatto strada all'interno della
societa'.
Entro il 1969 era gia' diventato capo del reparto
modellisti a Kalamazoo e fu a lui che venne dato
l'incarico di dotare la Deluxe di hambuckers, senza
incorrere in costi per nuova strumentazione.
La sua unica soluzione fu quella di adattare un pickup
hambucking nello spazio di una P90. Egli prese in
considerazione alcune possibilita' optando infine per
l'utilizzo di un mini-humbucking pickup Epiphone, del
tipo che apparivano sui modelli Epiphone, come le
semi-acustiche Riviera e Sorrento e le solide Crestwood e
Wilshire.
La Gibson aveva acquisito la Epiphone circa nel 1957
Secondo Ted McCartt, che era allora presidente degli
acquisti, la Gibson pensava che per il prezzo richiesto
di $ 200.000, essi andassero ad acquistare solamente il
giro d'affari inerente i bassi a corda della Epiphone. In
realta', invece, si trovarono con l'intera societa'
Epiphone : chitarre, pezzi, macchinario e tutto il resto.
"Ce ne rendemmo conto solamente quando ci spedirono
il tutto qui , su di un grosso camion", dice
McCarty, il quale dovette curarsi di trovare spazio in
affitto in un altro edificio in Eleanor Street in
Kalamazoo, cosi'che le parti Epiphone potessero essere
preparate prima del montaggio finale in Parsons Street.
" Incaricai di questo Ward Arbanas, e producemmo le
chitarre Epihone esattamente nello stesso modo in cui la
Epiphone le faceva, fin nei minimi particolari" dice
McCarty.
La produzione delle Epiphones prodotte dalla Gibson fu
messa in marcia nel 1959 - entro il 1961 completamente in
Parsons Streeet- e furono prodotto molte chitarre buone.
La Gibson mantenne i nomi dei modelli Epiphone piu'
rinomati, mentre altre rappresentavano i nuovi
equivalenti Epiphone di modelli Gibson, come la Casino'
che era molto simile a una Gibson ES330 (ma naturalmente
, con un marchio Epiphone).
Entro il 1969, la linea Epiphone venne fatta esaurire e
sembra che la ragione piu'probabile di cio' fosse che
ormai a quel tempo i prezzi della Epiphone coincidessero
piu' o meno con quelli della Gibson.
Il risultato fu che i clienti preferirono optare per il
piu' rinomato nome della Gibson, cio' portando ad una
caduta nella richiesta dell'Epiphones.
Di nuovo,la consapevolezza dei costi delibero'che si
dovesse fare qualcosa ed entro il 1970 la Gibson
elimino'gradualmente la produzione americana delle
Epiphones e applico' il nome di fabbrica a chitarre piu'
economiche importate dall'oriente.
Per la Deluxe Les Paul della Gibson , Jim Deurloo riusci'
ad adattare il mini-humbucker prendendo la calotta di una
P90, ricavandoci un buco, ed inserendola nella piccola
unita' della Epiphone.......delle quali la Gibson aveva
ora sovraccarico di magazzino. Il risultato piacque a
tutti : l'aspetto era quello tradizionale, il pickup era
un humbucker e non si era incorsi in alcun extra costo
sullo strumento!. " Le prime erano un po'rozze, dice
Deurloo ricordando il taglio fatto nella calotta della
P90, " poi ci attrezzammo per la produzione in
serie, la instradammo e forammo la calotta".
Inizialmente, la Deluxe era disponibile solo con il top
dorato, ma poi, gradualmente, furono introdotti altri
colori.
E la produzione duro'fino a meta' degli anni 80. Appariva
sul listino della Gibson del settembre 1969, anno della
sua introduzione, a $ 425.
Il modello gold-top, che come potete ricordare era stato
rimesso in produzione nel 1968 con la P90 e il bridge
Tune-o-matic, venne abbandonato con la distribuzione
della Deluxe nel 1969.
Ma intorno al 1971 vi fu un nuovo lancio della nuova
edizione della gold-top daparte della Gibson, questa
volta con il tailpiece/bridge del tipo adattato alla
seconda versione del modello originale degli anni 50.
Aveva anche il bordo assotigliato nello spaccato del body
tipico delle Les Paul del 1950 che suggeriva che la
Gibson stava utlizzando vecchi bodies. Questa gold-top
duro' fino a circa il 1972, ma non fece la sua
apparizione sul listino prezzi della societa'.
Marcatura dei pick-up
Entro questo periodo la Gibson aveva deciso di applicare
il marchio della societa' ai loro pickups ed infatti,
anche i P90 adattati al modello gold-top del 1971,insieme
agli altri modelli elettrici della Gibson, portano questo
marchio. Questa procedura condusse ad una situazione
difficoltosa i commercianti che volevano tenere in stock
le parti di ricambio e dovevano ordinare due unita'
completamente differenti per le chitarre a due
hambuckers: i pezzi venduti al paio nelle confezioni neck
e bridge col marchio Gibson appariva rovesciato su uno
dei pickups! Il logo fu messo fuori produzione durante lo
stesso anno.
Kalamazoo contro Nashville
L'intenzione originale era quella di mantenere attive sia
Kalamazoo che Nashville, e che il nuovo impianto di
Nashville avrebbe prodotto solo chitarre acustiche. Stan
Rendell disse che tentare di produrre chitarre elettriche
ed acustiche nella stessa fabbrica e' un po' come tentare
di costruire camions ed automobili nello stesso posto :
necessitano di attenzioni diverse nei diversi stadi della
loro fabbricazione.
"La vera sfida", Rendell dice, "consiste
nel programmare un flusso di lavoro nella fabbrica tale
da tenere occupati tutti.
La mole di lavoro necessario per terminare una chitarre
elettrica e' enorme, rispetto ad una chitarra acustica.
Quindi, i tipi diversi di chitarre che giungono tutte
contemporaneamente alla fase finale del montaggio fanno
una grande differenza sulla mole di lavoro.
Il mio tentativo era quello di specializzare e togliere
le chitarre acustiche flat-top dal flusso principale di
Kalamazoo e prendere un gruppo di persone a Nashville che
vivessero e respirassero solo di chitarre acustiche.
Purtroppo, il nuovo progetto di acustica assegnato a
Nashville fu la serie Mark, una delle meno fortunate
flat-tops della Gibson che in quel momento non
incontrò.Dopo questo fallimento, la direzione decise
allora di trasferire a Nashville la produzione di gran
parte della linea Les Paul, senz'altro la parte
piu'fortunata della linea solidbody di quel tempo
Ken Killman, dirigente del settore Servizio Clienti della
Gibson, disse nel 1975 al Melody Maker : "Durante
gli inizi del 1960, non eravamo riusciti affatto a
vendere le solidbodies , ora, la linea LesPaul e'quella
che si vende di più".
Kalamazoo e'sempre stata quella che viene chiamata
"un industria leggera", che significa che i
macchinari e gli impianti utilizzati per produrre le
chitarre potevano essere modificati ed adattati a volere,
a seconda delle circostanze.
Nashville inizio'come impianto"pesante", vale a
dire che aveva un gran numero di macchinari pesanti ed
apparecchiature i cui assetti non potevano essere
modificati.
Per caratterizzare le due fabbriche guidate dalla Gibson
durante gli anni 70 e fino agli inizi degli anni 80,
Nashville fu messa a punto per la produzione di forti
quantita' di una manciata di modelli, mentre a Kalamazoo
venne data una certa flessibilita' e il potenziale per
specializzarsi in piccole produzioni.
Nashville fu, percio', la scelta ovvia a quel tempo per
produrre le linee dal piu'alto volume della linea
solidboy Gibson di quel tempo, la Les Paul Custom e la
Les Paul Deluxe, insieme ad altri vari modelli solid.
Come per evidenziare il contrasto tra le capacita' dei
due impianti, la Gibson introduse nel 1976 due nuovi
modelli Les Paul. Il primo fu la Pro Deluxe, che era in
realta' una Deluxe con pickups P90 e una tastiera di
ebano e venne prodotta a Nashville.
L'altro nuovo modello nel 1976 fu The Les Paul, una
spettacolare edizione limitata , ragguardevole per
l'utilizzo di bei legni in quasi tutto lo strumento.
Molte parti che di solito , in una normale chitarra
elettrica, erano in plastica, erano qui intagliate a mano
in legno di palissandro ; incluso il pickguard ,
blackplates , manopole di controllo e le cornici dei
pick-up. Bodies e necks grezzi in acero e la tastiera
d'ebano lavorato e palissandro vennero prodotti nell'
impianto di Kalamazoo.
Ulteriore lavoro sulla legatura a piu'colori, sulle
decorazioni e sulle parti in legno lavorate a mano venne
fatto nel laboratorio di Dick Schneider, ad un miglio di
distanza dalla fabbrica di Kalamazoo. Schneider lavoro'
sulle The Les Paul insieme al fratello Donnie e a Abe
Wechter, della Gibson. Furono prodotte molto poche The
Les Paul, e mentre un ovvio errore di stampa di 4
caratteri nei registri della Gibson impedi' di poter
sapere il totale esatto, quelle prodotte tra il 1976 e il
1979 (soprattutto nel primo anno) furono ben al di sotto
dei 100 esemplari.
Durante questo periodo, Schneider si trasferi' da
Kalamazoo e i lavoratori della Gibson riportano che
alcune delle The Les Paul piu' tarde furono percio'
completamente prodotte nell'impianto della Gibson.
Poiche' gli stock limitati delle parti in legno fatte a
mano da Schneider andarono esaurendosi, vennero
sostituiti da pezzi normali in plastica, unitamente ad un
legamento (binding) piu' spoglio.
Ciascun esempio di The Les Paul aveva un piatto ovale
numerato sul retro della paletta.
Bruce Bolen ricorda di essere andato a Hollywood per
presentare la numero 25 a Les Paul, poco prima della
cerimonia del 1977 degli Grammy Awards, dove Paul e Chet
Atkins ricevettero il Grammy per il loro album
"Chester & Lester".
"La Les Paul era un progetto pazzo", ricorda
Stan Rendell. "Erano magnifiche chitarre dal legno
cosi'bello. Mi ricordo che non dicemmo niente alla CMI
finche' non non finimmo.La presentammo alla mostra del
Namm e ricordo che Les Paul, a quel tempo presidente
della CMI, disse, "quanto chiederete per quella
chitarra ? Beh, io dissi... 3000 $...e rimase senza
fiato" - Rendel ricorda ridendo. Il prezzo fissato
sul listino del giugno 1976 rendeva la The Les Paul 4
volte piu'cara della sua rivale piu'vicina, la Les Paul
Custom a $ 739.
Standard : è ufficiale
Sembra che non vi furono abbastanza progetti divertenti
da mantenere l'interesse di Stan Rendel come presidente
della Gibson, e nel Novembre del 1976 si dimise. Dopo
varie presidenze a breve-termine, Marty Locke passo'
dalla vendita di organi Lowrey della CMI alla direzione
della Gibson nel 1980.
Tra la meta' e la fine del 1970, la Gibson si soffermo'
su piu' tematiche e variazioni all'interno della sfera
delle Les Paul ma ben poche furono le innovazioni.
Nel 1975 fu presentata la Standard. Aveva il nome
"Standard" stampigliato sul copri trussrod,
rendendo finalmente ufficiale un nome utilizzato in
maniera inconsistente ed inaccurata dalla Gibson e dai
profani per varie Les Pauls piu'vecchie. La nuova
Standard era un modello semplice e chiaro con 2
hambuckers, la effettiva distribuzione fu nell'inizio del
1976 in Tobacco Sunburst e piu' tardi presentata in una
varieta' di finiture,con la caratteristica delle sunburst
di avere anche il manico sfumato.E' questo primo decennio
di produzione che risulta essere veramente gradito ai
musicisti esigenti che ben sapevano quale doveva essere
il suono di una Standard: presente e aggressivo con molto
attacco e ricco di armonici, ma nello stesso contesto
anche docile al tocco e rispondente alla dinamica del
plettro e dita, una chitarra che avesse un suono
proveniente dal cuore del legno, manifestando una
personalità forte e riconoscibile.
Con la Les Paul 25/50 s'intendeva celebrare il 25°anno
di Les Paul con la Gibson (presumibilmente, era stata
pianificata per il 1977) e il suo 50° anno nel giro
d'affari della musica. Le tematiche dorate ed argentate
associate a questi anniversari furono riprese
nell'hardware cromato e dorato della chitarra, mentre
Chuck Burge del settore Ricerca e Sviluppo progetto' il
disegno speciale e complesso di lavoro ad intarsio di
perls e abalone sulla paletta della chitarra. La chitarra
portava un numero di edizione a 3 cifre sul retro della
testa ed un numero di serie.La Les Paul fu presentata con
il numero 001 ad una festa organizzata in suo onore dalla
Gibson, la quale lancio' lo strumento nel 1978.
Nonostante il suo prezzo relativamente alto (intorno ai
1200 $), le 25/50 prodotte a Kalamazoo si vendettero
bene, facendo focalizzare alla Norlin il mercato pronto
per modelli Les Paul piu' costosi.
Ma la gestione fu anche influenzata dalle opinioni degli
addetti alle vendite della Gibson riguardo le richieste
del mercato : un esempio di questo periodo e' il modello
Les Paul KM, prodotto per una regione con vendite dirette
nella zona meridionale. Le lettere KM rappresentano
l'abbreviazione di "Modello Kalamazoo".
Tim Shaw entro' alla Gibson nel 1978, dopo aver lavorato
in California e a Kalamazoo come riparatore e costruttore
di chitarre. Egli trascorse i suoi primi mesi
nell'impianto di pickup della Gibson ad Elgin, Illinois,
ma gia' dall'inizio del 1979 lavorava con Bruce Bolen nel
settore Ricerca e Sviluppo di Kalamazoo, e insieme a
Chuck Burge e Abe
Wechter costruiva prototipi e strumenti e lavorava su
nuovi progetti.
Shaw ricorda che uno dei prototipi nel quale era
coinvolto divenne il modello Les Paul Artist, che
utlizzava un bagaglio di elettronica attiva
originariamente sviluppata per il modelli RD della
Gibson.
I sintetizzatori stavano diventando negli anni 70 un
grosso giro d'affari e Norlin penso' che un aggancio con
uno dei piu'famosi personaggi in quel campo, Moog,
avrebbe potuto far recuperare il terreno che le chitarre
stavano perdendo dinnanzi alle nuove tastiere. La linea
del settore Ricerca e Sviluppo della Gibson fu emessa nel
1977, ma non si rilevo' popolare. A molti chitarristi non
piaceva il circuitaggio attivo e questo fu il principale
fattore che contribui' alla caduta della serie dell'RD
(research & development dept).
La Gibson ritenne che la causa principale fosse stato il
disegno radicale e decise di unire la tecnologia del RD
con le forme tradizionali.
"Nel 1979 la Gibson decise di espandere il concetto
dell'RD in due delle loro serie principali, la ES e la
Les Paul"- spiega Shaw. "Dovemmo riprogettare
il pannello del circuito, perche' il pannello originale
della RD e' troppo grosso quasi per tutto. Cosi',
giungemmo a 2 pannelli sulle chitarre Artist. Ma quello
che non riuscii ad apprezzare subito ma solo dopo qualche
tempo fu il fatto che i suonatori di chitarra sono del
veri conservatori e veramente nessuno voleva una Les Paul
che facesse tutto questo ma venne ugualmente prodotta
fino al 1981. Un progetto decisivamente piu'felice fu la
Serie Les Paul Heritage, uno dei primi tentativi di
produrre una Les Pauls in un modo in cui molte persone
ritenevano non fosse più possibile realizzare. Fin dalla
fine del 1960 si era venuto a costituire un mercato
rappresentato dalla chitarre "vintage" che fino
ad allora erano state semplicemente chiamate di secondo
mano, usate oppure semplicemente vecchie chitarre. Questo
venne alimentato dalla sensazione generale che la Gibson
non le stesse costruendo nella stessa maniera in cui le
aveva sempre costruite, combinato con l'uso prominente di
strumenti "piu'vecchi"da parte dei chitarristi
piu' famosi.
Nuovi ma vecchi
Alcuni commercianti americani specializzati in strumenti
"piu'vecchi" avevano gia' iniziato ad ordinare
modelli selezionati con appuntamenti d'annata
dall'impianto Kalamazoo, che fin dall'inizio
dell'impianto di Nashville stava iniziando ad orientarsi
sempre piu' verso cicli produttivi piu' limitati e
specializzati.
Jim Deuloo, diventato a quel tempo ormai dirigente a
Kalamazoo, ricorda che i commercianti come, per esmpio
Leo's Guitar Trader ordinavano questi modelli Les Paul
dallo stile speciale "vintage"
"Esse erano selezionate in base alla linea e
costruite secondo le usanze " dice Deurloo riguardo
ai pezzi speciali ordinati dall'aspetto vintage "Mi
ricordo che Guitar Trader seleziono' ciascun top e furono
molti pignoli sul colore".
Nel frattempo, durante il 1979 Chuck Burge incomincio'a
costruire prototipi per la serie Les Pauls Heritage.
Tim Shaw ricorda : " Ci diedero la prima spinta
chiedendoci cose del tipo : quale e' il meglio che questa
chitarra ha mai raggiunto ? La stiamo costruendo cosi' ?
E se no, perche' ? dovemmo combattere anima e corpo per
poterla fare con tutti i requisiti neccessari".
Il team della R&D (research & development =
ricerca e sviluppo) utilizzo' un campione modello per
l'intaglio del body top del 1954, modificarono la
costruzione del legno di mogano a 3 pezzi, e rifecero i
modelli dei pickups piu' vecchi.
Per i tops di questa nuova serie Les Pauls Heritage fu
scelto legno particolarmente bello.
Bruce Bolen, ormai allora capo della R&D, riusci'a
persuadere la Norlin a mettere in produzione le Heritages
al gusto di "vintage" non come usuali Les Paul,
ma piuttosto come pezzi premio, distinti, propagandati
come "edizioni limitate" e non incluse sul
listino generale della societa'.
Lanciate nel 1980, i due modelli della serie Heritage
furono la Heritage Standard 80 e la Heritage Standard 80
Elite, quest'ultima con una tastiera in ebano e un top
particolarmente scelto.
Forse a causa dell'influenza dei modelli Heritage o forse
per una presa di coscienza generale delle richieste del
mercato, fatto sta' che Gibson inizio' in questo periodo
a modificare alcuni particolari nella fase di produzione
istituiti negli anni 70, per esempio, eliminando la
voluta e convertendo gradualmente i manici in mogano di
un pezzo unico. Il listino prezzi del luglio del 1980
mostra 6 modelli Les Paul ; l'Artist ($1299), l'Artisan
(una specie di Custom decorata, a $1099), la Custom
($949, o $899 se con i componenti rivestiti di nickel) la
Prox Deluxe ($899),
la Standard ($849), e la De Luxe ($799).
Alcuni impiegati della Gibson ritengono che probabilmente
gia' nel 1980 la Norlin avesse deciso di vendere la
Gibson.
Un articolo posteriore, apparso sulla rivista Music
trades" riferisce che nel 1981 la Norlin Industries
era incorsa in troppi debiti derivanti da perdite
sostanziali nelle divisioni musicali, che portarono
obbligatoriamente alla vendita della sua tecnologia
redditizia e delle divisioni della produzione birra nel
1982.
Le divisioni musicali della Norlin, cosi' come quelle
della Gibson e della Gibson Accessories, includevano
organi Lowrey, sintetizzatori Moog e una divsione
"Band & Orchestral".
Per dare un esempio della caduta delle entrate della
Norlin, basta pensare che le vendite della Gibson caddero
del 30% solamente nel 1982, per un totale di 19.5 milioni
di usd, contro una punta , nel 1979, di 35.5 milioni di
usd.
Naturalmente, la Gibson non fu l'unica a subire un
declino . Il mercato delle chitarre in generale aveva
subito una retromarcia e molti altri produttori americani
si trovavano nella stessa situazione.
I costi erano alti, le circostanze economiche e
l'andamento fluttuante delle valute erano contro di loro,
inoltre il mercato concorrente giapponese stava avendo la
meglio.
Le perdite complessive delle divisioni musicali della
Norlin furono alte, in base a quanto riferisce un
messaggio del 1982 del presidente Norton Stevens rivolto
agli azionisti : " La perdita operativa era di 11
milioni di usd, prima della perdita complessiva per la
buonuscita di 22.6 milioni di usd". La Norlin aveva
scarsi affari musicali, il cui pareggio dei conti si era
notevolmente ridotto negli ultimi anni "- continuava
Stevens, mettendo in risalto il coraggio della ditta.
Egli affermava che l'obbiettivo della Norlin era quello
di "mettere la base del capitale al lavoro per
crescenti guadagni futuri.". Entro il 1984 Stevens
era ormai fuori dal consiglio della Norlin.
Intorno al 1980 la Norlin trasferi' parte del personale
amministrativo, contabile e commerciale da Chicago a
Nashville. Tutta la produzione principale della Gibson
avveniva ora nell'impianto di Nashville, mentre Kalamazoo
si era specalizzata nella produzione di banjos, di
mandolini e nella produzione su ordinazione.
Il responsabile-dirigente dell'impianto, Jim Deurloo, nel
1982 disse ad Andre' Duchossoir, per la rivista Disc
International : "La fabbrica sta ora producendo
principalmente modelli specifici , costruiti con piccoli
cicli produttivi da 25 a 100 esemplari. Kalamazoo e'
qualcosa di piu' di un grosso negozio "custom
job", e noi siamo fieri della nostra eredita' ed
abilita' tecnica ".
Les Paul Spotlight
Ovvero Luci della ribalta su Nashville, il titolo si basa
su un gioco di parole sulla parola Spotlight , in quanto
e' il nome del modello di chitarra elettrica ma vuole
anche dire luci della ribalta
Sebbene nella fabbrica di Nashville la maggior importanza
fu data a grossi cicli produttivi riguardanti un piccolo
numero di modelli Gibson, questa tendenza dovette
gradualmente modificarsi man mano che si addatto' al suo
nuovo ruolo di unica fabbrica della societa'. Per fare un
esempio, nel 1983 l'impianto di Nashville produsse la
Spotlight Special, in un ciclo produttivo tornato
limitato, destinato all'utlizzo di vari componenti
particolarmente selezionati dai Maestri Liutai.
IL Walnut era lasciato in sospeso dalla produzione di 2
modelli che erano stati abbandonati - The Paul e The SG -
e alcuni pezzetti vecchi di acero arricciato erano
rimasti ancora inutilizzati in magazzino. I dirigenti di
Nashville misero insieme questi elementi e adottarono
alcuni rivestimenti in palissandro per la paletta, e per
il binding da un modello Chet Atkins. Il risultato che ne
derivo' da questa mescolanza fu la Les Paul Spotlight
Special, che aveva un body che esibiva una distinta
striscia centrale in legno di noce tra due
"alette" in legno di acero. Il modello da il
via al Custom Shop a Nashville : ne ha il marchio sul
retro della testa e il numero di edizione indicante la
data del 1983 oltre ad un numero di serie a 3 cifre.
Diventa cosi il primo Diamante di alta liuteria
presentato al NAMM e... il Custom Shop è ufficialmente
presentato al Mondo.
Vecchie signore
Nel 1985 vennero lanciati due nuove "Re-issue
Outfits" Les Paul . La Gibson conosceva ormai bene
la continua richiesta del mercato per le Les Paul vintage
La Heritage Series del 1980 si era rivelata essere solo
il primo rifacimento ad una vera ri-edizione delle piu
famose vecchie Les Paul.
Le Re-issue Outfits rappresentarono il passo successivo
contemporaneamente in avanti e in dietro.
Il listino prezzi del Febbraio del 1985 riportava una
gold-top Re-issue a 1299 $ e una Sunburst Re-issue a 1599
$ (ben superiore rispetto alla seguente Les Paul
piu'cara, la Custom normale a 1049 $). Queste erano in
realtà versioni di alta qualità dei modelli Standard
gold-top e dalla finitura lucente, queste ultime aventi
un top in acero scelto.
Fin d'allora, la Gibson aveva tentato gradualmente di
migliorare "l'autenticità'" delle loro
Re-issues spinta dalle continue richieste dei clienti,
alla ricerca di una duplicazione perfetta di quegli
adorati strumenti del 1950.
"Quando andai alla Gibson nel 1987, la Les Paul
Re-issue era praticamente una Standard con un top
abbagliante dice Riboloff. ". Si e'soliti riferirsi
al modello base Re-issue come al modello Re-issue del 59,
a causa della sua vicinanca in genere al Sunburst- stile
1959. Poche furono le correzioni che vennero apportate
alla sua introduzione nel 1985, ed esattamente :una
paletta vintage di dimensioni piu'modeste ; legno di
acero con figure particolarmente attraente per il top ;
venne adottato una nuova forma di intarsio per imitare i
contorni originali del body ; nuovo intaglio
all'attaccatura della paletta, una leggera riduzione
sull'inclinazione della stessa, impiallacciatura
d'agrifoglio per la faccia dell'headstock; istradamento
corretto della cavita'di controllo ; Tune-o-matic bridge
vecchio stile ; e reintroduzione di una
"lingua" piu' lunga e piu' ampia del collo alla
giuntura del neck/body.
Questo era lo stato della nuova Re-issue del 59 messa in
commercio alla mostra Namm del 1993... tanto vicini che
la Gibson sentiva di poter raggiungere i modelli del
1950...
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The Gibson di IMP
The Beauty of the 'Burst di Y. Iwanade
Gibson Guitars 100 Years of an American Icon di W. Carter
Gibson Electrics the Classic Years di A.R.Duchossoir
The Vintage Guitar di Mac Yasuda
The ultimate Guitar Book di T.Bacon ALBERTO GUIZZETTI
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