Les Paul : il ritorno

di Alberto Guizzetti   www.hendixguitars.com

Gibson decise di reintrodurre le "due pickups " diventate rare, Les Paul Custom e Les Paul Gold-Top con pickups P90 e il bridge Tune-o-matic.
Inizialmente, venne avanzata l'ipotesi di fare la Custom bianca, come lo era stato il modello Les Paul Custom poi, pero' l'eccesiva sensibilita' della vernice bianca a qualsiasi tipo di contaminazione fece optare per la "giusta" versione nera
Gibson lancio'ufficialmente i due nuovi modelli alla mostra Namm di Chicago, nel giugno del 1968.
Il listino prezzi di quel mese presenta , per la prima volta, le due Les Paul riportate in vita. La Custom e' messa in vendita a $ 545 e la gold-top a $ 395
Durante tutto questo periodo, la Gibson si riferisce , nelle sue pubblicazioni, alla gold-top come ad un modello standard. Questo creo'una certa confusione dato che la Gibson non si era mai ufficialmente riferita alla gold-top in altro modo se non come ad un modello "Les Paul" durante gli anni 50.
Per ragioni di continuita', noi seguiteremo a chiamare queste chitarre "gold-tops".
Les Paul era presente alla mostra Namm per promuovere le nuove chitarre per la Gibson, facendo quello che sapeva fare meglio in simile occasione.... suonare.
E Bolen ricorda : " Io organizzai la sezione ritmica per Les Paul e fu la prima volta dopo anni che salii sul palco. Ci divertimmo molto!"
L'articolo della Gibson che pubblicizza le chitarre "riportate in vita", intitolato "Papa' di tutte loro" ammetteva che la Gibson era stata virtualmente obbligata a re-introdurre le chitarre. Ok, avete vinto. Siamo lieti di annunciarvi che sono disponibili altre chitarre originali Gibson Les Paul. E la fila dal vs rivenditore Gibson inizia a formarsi!!!".
Poco dopo la mostra Namm dell'estate del 68, a Kalamazoo venne dato inizio alla produzione della nuove Customs e delle Gold-tops. Rendel riferisce che la prima tornata , che impiego '90 gg ad andare dagli scaffali del negozio alle case, era di 500 chitarre : 400 gold-tops e 100 Customs.
"Dal momento in cui inizio' la produzione , la CMI richiedeva gia' 100 gold-tops e 25 Customs al mese, e prima che le avessimo finite, stavamo gia' facendo 100 Les Paul al mese : tutto questo al di fuori della produzione quotidiana di 250-300 strumenti".
La Gibson ebbe chiaramente successo nella produzione , l'unico mistero, secondo molti chitarristi, era come mai avesse aspettato cosi'tanto.

CMI + ECL = Norlin
Un'importante cambiamento nella proprieta' della Gibson avvenne nel 1969.
La rivista commerciale di strumenti musicali "Music Trades" riferiva che il nuovo proprietario , la Norlin Industries, nacque nel 1969 dalla fusione della CMI e della ECL, una fabbrica di birra dell Ecuador!
La ECL semplicemente compro' abbastanza magazzino della CMI da ottenerne cosi' il controllo della societa'.
Si giunse al nome "Norlin" combinando la prima sillaba del nome del presidente della ECL, Norton Stevens, con la sillaba del nome del proprietario della CMI, Maurice Berlin.
Tre erano i giri d'affari della Norlin : strumenti musicali, fabbricazione birra e cio' che la rivista "Music Trade" chiamava "tecnologia".
L'assorbimento venne formalizzato nel 1974 e Maurice Berlin, uomo molto rispettato nel campo dell'industria di strumenti musicali, venne messo da parte nella nuova struttura, ben lontano dall' amministrazione generale della societa'
Il presidente della Gibson, Stan Rendel, ricorda che i nuovi proprietari apportarono una modifica fondamentale al modo di portare avanti gli affari:
"Quando entrarono, dissero che avrebbero cambiato la Gibson da un centro di costo in un centro di.profitto. Per prima cosa si dovevano vendere chitarre alla CMI, e cio' significava trarne utili e con questi essere in grado di comprare macchinari, di migliorare l'assistenza per gli impiegati, aumentare i salari, tutto cio' che puo' fare una ditta che trae profitti
Questo spostamento di enfasi verso una razionalizzazione della produzione significava che erano stati apportati cambiamenti alle chitarre Gibson costruite durante gli anni 70 (e in qualche modo, anche nel 1980


Su cortese concessione dell'impegnato settore grafico della Gibson, venne concesso un cambio di stile e di nome al modello gold-top recentemente reintrodotto.
Praticamente, questo significava che la prima gold-top riesumata ebbe vita breve, e precisamente dal 1968 al 1969 : nel 1969 venne sostituita dalla Les Paul Deluxe, il primo modello Les Paul appena ribatezzata, dopo 14 anni, con un nuovo nome. La Deluxe fu ispirata dagli esperti di marketing della Gibson, i quali erano venuti a sapere dai commercianti di strumenti musicali che i musicisti richiedevano il modello gold-top con pickups humbucking (piuttosto che le P90 a bobina singola del modello esistente riportato in vita).
Sembra, tuttavia, che la Gibson volesse mantenere l'identita' visiva separata di una chitarra con pickups piu'piccoli, e quindi fu necessario raggiungere un compromesso.
Jim Deurloo era entrato nella Gibson nel 1958 come levigatore e si era fatto strada all'interno della societa'.
Entro il 1969 era gia' diventato capo del reparto modellisti a Kalamazoo e fu a lui che venne dato l'incarico di dotare la Deluxe di hambuckers, senza incorrere in costi per nuova strumentazione.
La sua unica soluzione fu quella di adattare un pickup hambucking nello spazio di una P90. Egli prese in considerazione alcune possibilita' optando infine per l'utilizzo di un mini-humbucking pickup Epiphone, del tipo che apparivano sui modelli Epiphone, come le semi-acustiche Riviera e Sorrento e le solide Crestwood e Wilshire.
La Gibson aveva acquisito la Epiphone circa nel 1957 Secondo Ted McCartt, che era allora presidente degli acquisti, la Gibson pensava che per il prezzo richiesto di $ 200.000, essi andassero ad acquistare solamente il giro d'affari inerente i bassi a corda della Epiphone. In realta', invece, si trovarono con l'intera societa' Epiphone : chitarre, pezzi, macchinario e tutto il resto. "Ce ne rendemmo conto solamente quando ci spedirono il tutto qui , su di un grosso camion", dice McCarty, il quale dovette curarsi di trovare spazio in affitto in un altro edificio in Eleanor Street in Kalamazoo, cosi'che le parti Epiphone potessero essere preparate prima del montaggio finale in Parsons Street. " Incaricai di questo Ward Arbanas, e producemmo le chitarre Epihone esattamente nello stesso modo in cui la Epiphone le faceva, fin nei minimi particolari" dice McCarty.
La produzione delle Epiphones prodotte dalla Gibson fu messa in marcia nel 1959 - entro il 1961 completamente in Parsons Streeet- e furono prodotto molte chitarre buone.
La Gibson mantenne i nomi dei modelli Epiphone piu' rinomati, mentre altre rappresentavano i nuovi equivalenti Epiphone di modelli Gibson, come la Casino' che era molto simile a una Gibson ES330 (ma naturalmente , con un marchio Epiphone).
Entro il 1969, la linea Epiphone venne fatta esaurire e sembra che la ragione piu'probabile di cio' fosse che ormai a quel tempo i prezzi della Epiphone coincidessero piu' o meno con quelli della Gibson.
Il risultato fu che i clienti preferirono optare per il piu' rinomato nome della Gibson, cio' portando ad una caduta nella richiesta dell'Epiphones.
Di nuovo,la consapevolezza dei costi delibero'che si dovesse fare qualcosa ed entro il 1970 la Gibson elimino'gradualmente la produzione americana delle Epiphones e applico' il nome di fabbrica a chitarre piu' economiche importate dall'oriente.
Per la Deluxe Les Paul della Gibson , Jim Deurloo riusci' ad adattare il mini-humbucker prendendo la calotta di una P90, ricavandoci un buco, ed inserendola nella piccola unita' della Epiphone.......delle quali la Gibson aveva ora sovraccarico di magazzino. Il risultato piacque a tutti : l'aspetto era quello tradizionale, il pickup era un humbucker e non si era incorsi in alcun extra costo sullo strumento!. " Le prime erano un po'rozze, dice Deurloo ricordando il taglio fatto nella calotta della P90, " poi ci attrezzammo per la produzione in serie, la instradammo e forammo la calotta".
Inizialmente, la Deluxe era disponibile solo con il top dorato, ma poi, gradualmente, furono introdotti altri colori.
E la produzione duro'fino a meta' degli anni 80. Appariva sul listino della Gibson del settembre 1969, anno della sua introduzione, a $ 425.
Il modello gold-top, che come potete ricordare era stato rimesso in produzione nel 1968 con la P90 e il bridge Tune-o-matic, venne abbandonato con la distribuzione della Deluxe nel 1969.
Ma intorno al 1971 vi fu un nuovo lancio della nuova edizione della gold-top daparte della Gibson, questa volta con il tailpiece/bridge del tipo adattato alla seconda versione del modello originale degli anni 50. Aveva anche il bordo assotigliato nello spaccato del body tipico delle Les Paul del 1950 che suggeriva che la Gibson stava utlizzando vecchi bodies. Questa gold-top duro' fino a circa il 1972, ma non fece la sua apparizione sul listino prezzi della societa'.
Marcatura dei pick-up
Entro questo periodo la Gibson aveva deciso di applicare il marchio della societa' ai loro pickups ed infatti, anche i P90 adattati al modello gold-top del 1971,insieme agli altri modelli elettrici della Gibson, portano questo marchio. Questa procedura condusse ad una situazione difficoltosa i commercianti che volevano tenere in stock le parti di ricambio e dovevano ordinare due unita' completamente differenti per le chitarre a due hambuckers: i pezzi venduti al paio nelle confezioni neck e bridge col marchio Gibson appariva rovesciato su uno dei pickups! Il logo fu messo fuori produzione durante lo stesso anno.



Kalamazoo contro Nashville

L'intenzione originale era quella di mantenere attive sia Kalamazoo che Nashville, e che il nuovo impianto di Nashville avrebbe prodotto solo chitarre acustiche. Stan Rendell disse che tentare di produrre chitarre elettriche ed acustiche nella stessa fabbrica e' un po' come tentare di costruire camions ed automobili nello stesso posto : necessitano di attenzioni diverse nei diversi stadi della loro fabbricazione.
"La vera sfida", Rendell dice, "consiste nel programmare un flusso di lavoro nella fabbrica tale da tenere occupati tutti.
La mole di lavoro necessario per terminare una chitarre elettrica e' enorme, rispetto ad una chitarra acustica. Quindi, i tipi diversi di chitarre che giungono tutte contemporaneamente alla fase finale del montaggio fanno una grande differenza sulla mole di lavoro.
Il mio tentativo era quello di specializzare e togliere le chitarre acustiche flat-top dal flusso principale di Kalamazoo e prendere un gruppo di persone a Nashville che vivessero e respirassero solo di chitarre acustiche.
Purtroppo, il nuovo progetto di acustica assegnato a Nashville fu la serie Mark, una delle meno fortunate flat-tops della Gibson che in quel momento non incontrò.Dopo questo fallimento, la direzione decise allora di trasferire a Nashville la produzione di gran parte della linea Les Paul, senz'altro la parte piu'fortunata della linea solidbody di quel tempo
Ken Killman, dirigente del settore Servizio Clienti della Gibson, disse nel 1975 al Melody Maker : "Durante gli inizi del 1960, non eravamo riusciti affatto a vendere le solidbodies , ora, la linea LesPaul e'quella che si vende di più".
Kalamazoo e'sempre stata quella che viene chiamata "un industria leggera", che significa che i macchinari e gli impianti utilizzati per produrre le chitarre potevano essere modificati ed adattati a volere, a seconda delle circostanze.
Nashville inizio'come impianto"pesante", vale a dire che aveva un gran numero di macchinari pesanti ed apparecchiature i cui assetti non potevano essere modificati.
Per caratterizzare le due fabbriche guidate dalla Gibson durante gli anni 70 e fino agli inizi degli anni 80, Nashville fu messa a punto per la produzione di forti quantita' di una manciata di modelli, mentre a Kalamazoo venne data una certa flessibilita' e il potenziale per specializzarsi in piccole produzioni.
Nashville fu, percio', la scelta ovvia a quel tempo per produrre le linee dal piu'alto volume della linea solidboy Gibson di quel tempo, la Les Paul Custom e la Les Paul Deluxe, insieme ad altri vari modelli solid.
Come per evidenziare il contrasto tra le capacita' dei due impianti, la Gibson introduse nel 1976 due nuovi modelli Les Paul. Il primo fu la Pro Deluxe, che era in realta' una Deluxe con pickups P90 e una tastiera di ebano e venne prodotta a Nashville.
L'altro nuovo modello nel 1976 fu The Les Paul, una spettacolare edizione limitata , ragguardevole per l'utilizzo di bei legni in quasi tutto lo strumento. Molte parti che di solito , in una normale chitarra elettrica, erano in plastica, erano qui intagliate a mano in legno di palissandro ; incluso il pickguard , blackplates , manopole di controllo e le cornici dei pick-up. Bodies e necks grezzi in acero e la tastiera d'ebano lavorato e palissandro vennero prodotti nell' impianto di Kalamazoo.
Ulteriore lavoro sulla legatura a piu'colori, sulle decorazioni e sulle parti in legno lavorate a mano venne fatto nel laboratorio di Dick Schneider, ad un miglio di distanza dalla fabbrica di Kalamazoo. Schneider lavoro' sulle The Les Paul insieme al fratello Donnie e a Abe Wechter, della Gibson. Furono prodotte molto poche The Les Paul, e mentre un ovvio errore di stampa di 4 caratteri nei registri della Gibson impedi' di poter sapere il totale esatto, quelle prodotte tra il 1976 e il 1979 (soprattutto nel primo anno) furono ben al di sotto dei 100 esemplari.
Durante questo periodo, Schneider si trasferi' da Kalamazoo e i lavoratori della Gibson riportano che alcune delle The Les Paul piu' tarde furono percio' completamente prodotte nell'impianto della Gibson. Poiche' gli stock limitati delle parti in legno fatte a mano da Schneider andarono esaurendosi, vennero sostituiti da pezzi normali in plastica, unitamente ad un legamento (binding) piu' spoglio.
Ciascun esempio di The Les Paul aveva un piatto ovale numerato sul retro della paletta.
Bruce Bolen ricorda di essere andato a Hollywood per presentare la numero 25 a Les Paul, poco prima della cerimonia del 1977 degli Grammy Awards, dove Paul e Chet Atkins ricevettero il Grammy per il loro album "Chester & Lester".
"La Les Paul era un progetto pazzo", ricorda Stan Rendell. "Erano magnifiche chitarre dal legno cosi'bello. Mi ricordo che non dicemmo niente alla CMI finche' non non finimmo.La presentammo alla mostra del Namm e ricordo che Les Paul, a quel tempo presidente della CMI, disse, "quanto chiederete per quella chitarra ? Beh, io dissi... 3000 $...e rimase senza fiato" - Rendel ricorda ridendo. Il prezzo fissato sul listino del giugno 1976 rendeva la The Les Paul 4 volte piu'cara della sua rivale piu'vicina, la Les Paul Custom a $ 739.



Standard : è ufficiale

Sembra che non vi furono abbastanza progetti divertenti da mantenere l'interesse di Stan Rendel come presidente della Gibson, e nel Novembre del 1976 si dimise. Dopo varie presidenze a breve-termine, Marty Locke passo'
dalla vendita di organi Lowrey della CMI alla direzione della Gibson nel 1980.
Tra la meta' e la fine del 1970, la Gibson si soffermo' su piu' tematiche e variazioni all'interno della sfera delle Les Paul ma ben poche furono le innovazioni.
Nel 1975 fu presentata la Standard. Aveva il nome "Standard" stampigliato sul copri trussrod, rendendo finalmente ufficiale un nome utilizzato in maniera inconsistente ed inaccurata dalla Gibson e dai profani per varie Les Pauls piu'vecchie. La nuova Standard era un modello semplice e chiaro con 2 hambuckers, la effettiva distribuzione fu nell'inizio del 1976 in Tobacco Sunburst e piu' tardi presentata in una varieta' di finiture,con la caratteristica delle sunburst di avere anche il manico sfumato.E' questo primo decennio di produzione che risulta essere veramente gradito ai musicisti esigenti che ben sapevano quale doveva essere il suono di una Standard: presente e aggressivo con molto attacco e ricco di armonici, ma nello stesso contesto anche docile al tocco e rispondente alla dinamica del plettro e dita, una chitarra che avesse un suono proveniente dal cuore del legno, manifestando una personalità forte e riconoscibile.
Con la Les Paul 25/50 s'intendeva celebrare il 25°anno di Les Paul con la Gibson (presumibilmente, era stata pianificata per il 1977) e il suo 50° anno nel giro d'affari della musica. Le tematiche dorate ed argentate associate a questi anniversari furono riprese nell'hardware cromato e dorato della chitarra, mentre Chuck Burge del settore Ricerca e Sviluppo progetto' il disegno speciale e complesso di lavoro ad intarsio di perls e abalone sulla paletta della chitarra. La chitarra portava un numero di edizione a 3 cifre sul retro della testa ed un numero di serie.La Les Paul fu presentata con il numero 001 ad una festa organizzata in suo onore dalla Gibson, la quale lancio' lo strumento nel 1978.
Nonostante il suo prezzo relativamente alto (intorno ai 1200 $), le 25/50 prodotte a Kalamazoo si vendettero bene, facendo focalizzare alla Norlin il mercato pronto per modelli Les Paul piu' costosi.
Ma la gestione fu anche influenzata dalle opinioni degli addetti alle vendite della Gibson riguardo le richieste del mercato : un esempio di questo periodo e' il modello Les Paul KM, prodotto per una regione con vendite dirette nella zona meridionale. Le lettere KM rappresentano l'abbreviazione di "Modello Kalamazoo".
Tim Shaw entro' alla Gibson nel 1978, dopo aver lavorato in California e a Kalamazoo come riparatore e costruttore di chitarre. Egli trascorse i suoi primi mesi nell'impianto di pickup della Gibson ad Elgin, Illinois, ma gia' dall'inizio del 1979 lavorava con Bruce Bolen nel settore Ricerca e Sviluppo di Kalamazoo, e insieme a Chuck Burge e Abe
Wechter costruiva prototipi e strumenti e lavorava su nuovi progetti.
Shaw ricorda che uno dei prototipi nel quale era coinvolto divenne il modello Les Paul Artist, che utlizzava un bagaglio di elettronica attiva originariamente sviluppata per il modelli RD della Gibson.
I sintetizzatori stavano diventando negli anni 70 un grosso giro d'affari e Norlin penso' che un aggancio con uno dei piu'famosi personaggi in quel campo, Moog, avrebbe potuto far recuperare il terreno che le chitarre stavano perdendo dinnanzi alle nuove tastiere. La linea del settore Ricerca e Sviluppo della Gibson fu emessa nel 1977, ma non si rilevo' popolare. A molti chitarristi non piaceva il circuitaggio attivo e questo fu il principale fattore che contribui' alla caduta della serie dell'RD (research & development dept).
La Gibson ritenne che la causa principale fosse stato il disegno radicale e decise di unire la tecnologia del RD con le forme tradizionali.
"Nel 1979 la Gibson decise di espandere il concetto dell'RD in due delle loro serie principali, la ES e la Les Paul"- spiega Shaw. "Dovemmo riprogettare il pannello del circuito, perche' il pannello originale della RD e' troppo grosso quasi per tutto. Cosi', giungemmo a 2 pannelli sulle chitarre Artist. Ma quello che non riuscii ad apprezzare subito ma solo dopo qualche tempo fu il fatto che i suonatori di chitarra sono del veri conservatori e veramente nessuno voleva una Les Paul che facesse tutto questo ma venne ugualmente prodotta fino al 1981. Un progetto decisivamente piu'felice fu la Serie Les Paul Heritage, uno dei primi tentativi di produrre una Les Pauls in un modo in cui molte persone ritenevano non fosse più possibile realizzare. Fin dalla fine del 1960 si era venuto a costituire un mercato rappresentato dalla chitarre "vintage" che fino ad allora erano state semplicemente chiamate di secondo mano, usate oppure semplicemente vecchie chitarre. Questo venne alimentato dalla sensazione generale che la Gibson non le stesse costruendo nella stessa maniera in cui le aveva sempre costruite, combinato con l'uso prominente di strumenti "piu'vecchi"da parte dei chitarristi piu' famosi.

Nuovi ma vecchi

Alcuni commercianti americani specializzati in strumenti "piu'vecchi" avevano gia' iniziato ad ordinare modelli selezionati con appuntamenti d'annata dall'impianto Kalamazoo, che fin dall'inizio dell'impianto di Nashville stava iniziando ad orientarsi sempre piu' verso cicli produttivi piu' limitati e specializzati.
Jim Deuloo, diventato a quel tempo ormai dirigente a Kalamazoo, ricorda che i commercianti come, per esmpio Leo's Guitar Trader ordinavano questi modelli Les Paul dallo stile speciale "vintage"
"Esse erano selezionate in base alla linea e costruite secondo le usanze " dice Deurloo riguardo ai pezzi speciali ordinati dall'aspetto vintage "Mi ricordo che Guitar Trader seleziono' ciascun top e furono molti pignoli sul colore".
Nel frattempo, durante il 1979 Chuck Burge incomincio'a costruire prototipi per la serie Les Pauls Heritage.
Tim Shaw ricorda : " Ci diedero la prima spinta chiedendoci cose del tipo : quale e' il meglio che questa chitarra ha mai raggiunto ? La stiamo costruendo cosi' ? E se no, perche' ? dovemmo combattere anima e corpo per poterla fare con tutti i requisiti neccessari".
Il team della R&D (research & development = ricerca e sviluppo) utilizzo' un campione modello per l'intaglio del body top del 1954, modificarono la costruzione del legno di mogano a 3 pezzi, e rifecero i modelli dei pickups piu' vecchi.
Per i tops di questa nuova serie Les Pauls Heritage fu scelto legno particolarmente bello.
Bruce Bolen, ormai allora capo della R&D, riusci'a persuadere la Norlin a mettere in produzione le Heritages al gusto di "vintage" non come usuali Les Paul, ma piuttosto come pezzi premio, distinti, propagandati come "edizioni limitate" e non incluse sul listino generale della societa'.
Lanciate nel 1980, i due modelli della serie Heritage furono la Heritage Standard 80 e la Heritage Standard 80 Elite, quest'ultima con una tastiera in ebano e un top particolarmente scelto.

Forse a causa dell'influenza dei modelli Heritage o forse per una presa di coscienza generale delle richieste del mercato, fatto sta' che Gibson inizio' in questo periodo a modificare alcuni particolari nella fase di produzione istituiti negli anni 70, per esempio, eliminando la voluta e convertendo gradualmente i manici in mogano di un pezzo unico. Il listino prezzi del luglio del 1980 mostra 6 modelli Les Paul ; l'Artist ($1299), l'Artisan (una specie di Custom decorata, a $1099), la Custom ($949, o $899 se con i componenti rivestiti di nickel) la Prox Deluxe ($899),
la Standard ($849), e la De Luxe ($799).
Alcuni impiegati della Gibson ritengono che probabilmente gia' nel 1980 la Norlin avesse deciso di vendere la Gibson.
Un articolo posteriore, apparso sulla rivista Music trades" riferisce che nel 1981 la Norlin Industries era incorsa in troppi debiti derivanti da perdite sostanziali nelle divisioni musicali, che portarono obbligatoriamente alla vendita della sua tecnologia redditizia e delle divisioni della produzione birra nel 1982.
Le divisioni musicali della Norlin, cosi' come quelle della Gibson e della Gibson Accessories, includevano organi Lowrey, sintetizzatori Moog e una divsione "Band & Orchestral".
Per dare un esempio della caduta delle entrate della Norlin, basta pensare che le vendite della Gibson caddero del 30% solamente nel 1982, per un totale di 19.5 milioni di usd, contro una punta , nel 1979, di 35.5 milioni di usd.
Naturalmente, la Gibson non fu l'unica a subire un declino . Il mercato delle chitarre in generale aveva subito una retromarcia e molti altri produttori americani si trovavano nella stessa situazione.
I costi erano alti, le circostanze economiche e l'andamento fluttuante delle valute erano contro di loro, inoltre il mercato concorrente giapponese stava avendo la meglio.
Le perdite complessive delle divisioni musicali della Norlin furono alte, in base a quanto riferisce un messaggio del 1982 del presidente Norton Stevens rivolto agli azionisti : " La perdita operativa era di 11 milioni di usd, prima della perdita complessiva per la buonuscita di 22.6 milioni di usd". La Norlin aveva scarsi affari musicali, il cui pareggio dei conti si era notevolmente ridotto negli ultimi anni "- continuava Stevens, mettendo in risalto il coraggio della ditta. Egli affermava che l'obbiettivo della Norlin era quello di "mettere la base del capitale al lavoro per crescenti guadagni futuri.". Entro il 1984 Stevens era ormai fuori dal consiglio della Norlin.
Intorno al 1980 la Norlin trasferi' parte del personale amministrativo, contabile e commerciale da Chicago a Nashville. Tutta la produzione principale della Gibson avveniva ora nell'impianto di Nashville, mentre Kalamazoo si era specalizzata nella produzione di banjos, di mandolini e nella produzione su ordinazione.
Il responsabile-dirigente dell'impianto, Jim Deurloo, nel 1982 disse ad Andre' Duchossoir, per la rivista Disc International : "La fabbrica sta ora producendo principalmente modelli specifici , costruiti con piccoli cicli produttivi da 25 a 100 esemplari. Kalamazoo e' qualcosa di piu' di un grosso negozio "custom job", e noi siamo fieri della nostra eredita' ed abilita' tecnica ".

Les Paul Spotlight

Ovvero Luci della ribalta su Nashville, il titolo si basa su un gioco di parole sulla parola Spotlight , in quanto e' il nome del modello di chitarra elettrica ma vuole anche dire luci della ribalta
Sebbene nella fabbrica di Nashville la maggior importanza fu data a grossi cicli produttivi riguardanti un piccolo numero di modelli Gibson, questa tendenza dovette gradualmente modificarsi man mano che si addatto' al suo nuovo ruolo di unica fabbrica della societa'. Per fare un esempio, nel 1983 l'impianto di Nashville produsse la Spotlight Special, in un ciclo produttivo tornato limitato, destinato all'utlizzo di vari componenti particolarmente selezionati dai Maestri Liutai.
IL Walnut era lasciato in sospeso dalla produzione di 2 modelli che erano stati abbandonati - The Paul e The SG - e alcuni pezzetti vecchi di acero arricciato erano rimasti ancora inutilizzati in magazzino. I dirigenti di Nashville misero insieme questi elementi e adottarono alcuni rivestimenti in palissandro per la paletta, e per il binding da un modello Chet Atkins. Il risultato che ne derivo' da questa mescolanza fu la Les Paul Spotlight Special, che aveva un body che esibiva una distinta striscia centrale in legno di noce tra due "alette" in legno di acero. Il modello da il via al Custom Shop a Nashville : ne ha il marchio sul retro della testa e il numero di edizione indicante la data del 1983 oltre ad un numero di serie a 3 cifre. Diventa cosi il primo Diamante di alta liuteria presentato al NAMM e... il Custom Shop è ufficialmente presentato al Mondo.

Vecchie signore

Nel 1985 vennero lanciati due nuove "Re-issue Outfits" Les Paul . La Gibson conosceva ormai bene la continua richiesta del mercato per le Les Paul vintage La Heritage Series del 1980 si era rivelata essere solo il primo rifacimento ad una vera ri-edizione delle piu famose vecchie Les Paul.
Le Re-issue Outfits rappresentarono il passo successivo contemporaneamente in avanti e in dietro.
Il listino prezzi del Febbraio del 1985 riportava una gold-top Re-issue a 1299 $ e una Sunburst Re-issue a 1599 $ (ben superiore rispetto alla seguente Les Paul piu'cara, la Custom normale a 1049 $). Queste erano in realtà versioni di alta qualità dei modelli Standard gold-top e dalla finitura lucente, queste ultime aventi un top in acero scelto.
Fin d'allora, la Gibson aveva tentato gradualmente di migliorare "l'autenticità'" delle loro Re-issues spinta dalle continue richieste dei clienti, alla ricerca di una duplicazione perfetta di quegli adorati strumenti del 1950.

"Quando andai alla Gibson nel 1987, la Les Paul Re-issue era praticamente una Standard con un top abbagliante dice Riboloff. ". Si e'soliti riferirsi al modello base Re-issue come al modello Re-issue del 59, a causa della sua vicinanca in genere al Sunburst- stile 1959. Poche furono le correzioni che vennero apportate alla sua introduzione nel 1985, ed esattamente :una paletta vintage di dimensioni piu'modeste ; legno di acero con figure particolarmente attraente per il top ; venne adottato una nuova forma di intarsio per imitare i contorni originali del body ; nuovo intaglio all'attaccatura della paletta, una leggera riduzione sull'inclinazione della stessa, impiallacciatura d'agrifoglio per la faccia dell'headstock; istradamento corretto della cavita'di controllo ; Tune-o-matic bridge vecchio stile ; e reintroduzione di una "lingua" piu' lunga e piu' ampia del collo alla giuntura del neck/body.
Questo era lo stato della nuova Re-issue del 59 messa in commercio alla mostra Namm del 1993... tanto vicini che la Gibson sentiva di poter raggiungere i modelli del 1950...

Libri Consigliati:
The Gibson Les Paul Book di T. Bacom & P. Day
American Guitars di T. Wheller
La Chitarra Gibson Les Paul di M. Nobili
The Gibson di IMP
The Beauty of the 'Burst di Y. Iwanade
Gibson Guitars 100 Years of an American Icon di W. Carter
Gibson Electrics the Classic Years di A.R.Duchossoir
The Vintage Guitar di Mac Yasuda
The ultimate Guitar Book di T.Bacon ALBERTO GUIZZETTI